Gli incentivi non creano occupazione aggiuntiva|16 Dicembre 2017

Gli incentivi non creano occupazione aggiuntiva|16 Dicembre 2017

È stato pubblicato qualche giorno fa il primo «Rapporto annuale integrato sulle condizioni del mercato italiano del lavoro». È un corposo documento di 130 pagine, redatto da ministero del Lavoro, Inps, Istat, Inail e Agenzia per le politiche attive del lavoro, che colma un vuoto conoscitivo importante, perché fino ad oggi i dai relativi al mercato del lavoro venivano rilevati dai vari enti con modalità diverse, giungendo a risultati non comparabili e generando gran confusione. Ben venga dunque l’imponente lavoro di condivisione di metodi e data-base.

Il Rapporto consente finalmente di osservare la situazione dell’occupazione in Italia in maniera oggettiva e con una prospettiva di medio periodo. Alcuni dati dovrebbero essere attentamente letti prima di votare la legge di Bilancio che si discute in questi giorni in Parlamento. Come noto, il punto chiave della manovra consiste nel destinare la maggior parte delle risorse disponibili a incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato di (più o meno) giovani: in pratica sconti sui contributi, posti a carico della collettività.

Dal Rapporto emerge invece con chiarezza: 1) il tempo indeterminato come forma contrattuale si sta riducendo costantemente perchè nessun effetto permanente è rimasto sul mercato a seguito dei precedenti incentivi; 2) la cd. curva di Beveridge evidenzia che, da qualche tempo, da un lato ci sono imprese che cercano lavoratori e non li trovano, dall’altro ci sono disoccupati che cercano il lavoro e non lo trovano.

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